Costellazioni Estive


Nel cielo estivo sono tre le stelle protagoniste, tre come i vertici di un triangolo:
               Vega,    
               Deneb,
               Altair.

La prima si trova nella costellazione della Lira, la seconda nella costellazione del Cigno e l'ultima fa parte dell'Aquila.


Insieme formano il cosiddetto Triangolo Estivo

Attenzione! Non confondete il Triangolo con una costellazione. 

L'insieme di queste tre stelle forma quello che in astronomia viene detto "asterismo", ovvero un gruppo di stelle ben visibili che unite insieme formano una sorta di figura geometrica, come in questo caso, o come nei casi più conosciuti del Grande e Piccolo Carro. 

Cerchiamo di guardare meglio attorno ognuna di queste tre stelle.


Il Cigno: in volo verso Sud

La costellazione del Cigno, con la caratteristica forma di croce, è comodamente osservabile, altissima in cielo, nelle notti estive.


E' facilmente individuabile, soprattutto nelle notti più buie, in quanto è disposta lungo la Via Lattea.
Basta cercare una zona oscura che sembra tagliare longitudinalmente la Via Lattea in due: è la cosiddetta "spaccatura (o fenditura) del Cigno".

Deneb, la stella più luminosa della costellazione (stella Alpha), rappresenta la coda del Cigno celeste; questa stella, che dista più di 1000 anni luce dalla Terra, è una supergigante blu circumpolare, 60 000 volte più luminosa del Sole.

Tra le altre stelle che compongono il Cigno vi sono i sistemi doppi Albireo (il becco del Cigno), 61 Cygni che è stata una delle prime stelle di cui si sia misurata la distanza e la stella 16 Cygni B, uno dei primi sistemi planetari ad essere stato scoperto.


Gli oggetti degni di interesse che si trovano nella costellazione sono la sorgente di raggi X Cygnus X-1 che si ritiene uno dei migliori candidati buchi neri, i due ammassi aperti M29 e M39 e la nebulosa nota come "Nord America" per la sua inconfondibile forma alla quale deve il proprio nome.



Il mito 


Giove si era invaghito di Leda (la bellissima moglie del re di Sparta).

 Poichè la donna resisteva alle offerte amorose del dio, Giove decise di vincere la sua resistenza trasformandosi in un cigno.

Dalla loro unione nacquero Castore, Clitemnestra, Polluce ed Elena, la futura moglie di Menelao che causò la guerra di Troia.





La Lira: una piccola arpa suona la sinfonia delle stelle


Questa piccola costellazione culmina all’inizio di Luglio verso mezzanotte, passando presso lo zenit alle latitudini italiane.

La sua stella principale (o stella Alpha) è Vega, una delle più brillanti di tutto il cielo. Vega è di colore bianco-azzurra circondata da un anello di polvere, indizio di una possibile presenza di pianeti. Inoltre, questa stella tra circa 12 000 anni sarà la nuova stella Polare, per effetto della precessione dell’asse terrestre. Nonostante la sua luminosità sia solo 37 volte superiore a quella del Sole, la vediamo più brillante rispetto Deneb; ciò è dovuto al fatto che Vega è molto più vicina (solo 25 anni luce).


Le altre stelle della costellazione che meritano attenzione sono Sheliak (che in arabo significa arpa) e Epsilon Lyrae. La prima è una stella doppia variabile a eclisse, mentre la seconda è una “doppia doppia”, ovvero due stelle formate a loro volta da una coppia di stelline, per un totale di quattro.

Ai confini della costellazione si trova anche RR Lyrae, una variabile pulsante, che ha dato il suo nome ad un’intera classe di stelle variabili regolari, spesso usate come riferimento per determinare le distanze.
A metà strada tra Sheliak e la stella Sulafat, si trova invece la celebre nebulosa planetaria M57 la cui forma le ha meritato i nomignoli di “Anello di Fumo” e “Nebulosa Anello” (vedi figura sotto).


Un altro oggetto interessante è l’ammasso globulare di ottava magnitudine M56 posto a circa 50 000 anni luce da noi. 

Infine, grazie al telescopio spaziale Kepler, sono stati scoperti col metodo dei transiti numerosi sistemi planetari, alcuni con 5 pianeti confermati.





Il mito

La Lira rappresenta l’antico strumento musicale con cui Orfeo, figlio di Apollo, accompagnava il suo canto che ammaliava chiunque lo ascoltasse, persino gli alberi e le pietre.
Orfeo se ne servì per convincere Plutone, il re del regno dei morti, a restituirgli la sua sposa, Euridice, che era morta per il morso di un serpente.
Plutone, commosso dal suono della lira di Orfeo, accettò la richiesta dell’innamorato; in cambio però la coppia doveva superare una prova: Euridice poteva seguire Orfeo lungo la strada degli inferi ma lui non doveva mai voltarsi a guardarla prima di arrivare nel mondo dei vivi.

Giunto quasi alla fine del cammino però, Orfeo non resistette alla tentazione di guardare la sua amata, contravvenendo così al patto stipulato con Plutone e vedendo la moglie svanire per sempre.


L’Aquila: l’uccello del tuono


Possiamo trovare l’Aquila lungo la Via Lattea muovendoci lungo il collo proteso del Cigno celeste. Trattandosi di una costellazione equatoriale, è praticamente visibile da ogni parte del globo.

La stella Alpha che domina la costellazione è Altair che in arabo significa “aquila volante”. Una particolarità di questa stella è che ruota così rapidamente da assumere una forma decisamente schiacciata, per effetto della forza centrifuga. Studi spettroscopici hanno dimostrato che la stella impiega solo otto ore e mezza per compiere una rotazione su se stessa a dispetto del Sole che impiega circa 25 giorni.

Altair è facilmente riconoscibile per la presenza di due stelle che l’accompagnano come due guardie, Alshain e Tarazed con cui forma un asterismo.

La stella Eta della costellazione appartiene alla classe delle Cefeidi ovvero stelle pulsanti la cui luminosità dipende fortemente dal loro periodo di pulsazione.

Nonostante l’Aquila si trovi in piena Via Lattea, non contiene molti oggetti osservabili; ciò è dovuto alla presenza di grandi quantità di gas e polveri interstellari che bloccano la luce delle stelle retrostanti. Un esempio è il sistema noto come “Nebulosa E, dalla caratteristica forma che ricorda una “E” maiuscola appunto (vedi figura).


È possibile comunque ammirare alcuni sistemi planetari e degli ammassi aperti, come NGC 6709, un oggetto formato da una quarantina di stelle posto a circa 2 500 anni luce dalla Terra.

Il mito


Secondo una leggenda, Giove si invaghì di Ganimede, principe dei Troiani e ragazzo più bello della terra. Così il dio si trasformò in Aquila e rapì Ganimede portandolo in cielo a fare da coppiere agli dei. Gli donò inoltre l'immortalità e l'eterna giovinezza.


Secondo un’altra leggenda, invece, fu Venere a trasformarsi in Aquila per mettere in atto l'inganno ideato da Giove a danno di Leda. Sappiamo già che il sommo dio si trasformò in Cigno, rappresentato dalla vicina costellazione; per essere più convincente, Giove incaricò Venere di trasformarsi in un’aquila e di fingere di cacciarlo. Per pietà, Leda cercò di salvarlo dagli artigli della cacciatrice, ma così facendo, cadde nel tranello di Giove.


Daniela Sicilia

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